domenica 25 dicembre 2011

Buon Natale

Tanti Auguri di Buon Natale.

Non abbuffatevi troppo, come fa il sottoscritto...


Image courtesy of Alex Povinelli.

venerdì 23 dicembre 2011

2011


Non intendo parlare del 2011 a livello globale, ci sono ben altre testate e ben altri giornalisti che se ne occupano molto meglio di me. Questo è un post strettamente personale, che mi riguarda.

Il 2011 per me è stato un anno agrodolce. Nel senso che ha avuto cose belle e cose brutte. In proporzione posso dire che il 2010 è passato meglio, ma alla fine rispetto a questo ho avuto anni ben peggiori.

Le cose buone si intrecciano con quelle meno buone, dunque non ha senso analizzare prima le une e poi le altre. Tanto vale vederle come capita. Nel 2011 ho compiuto la scelta di passare da blogger indipendente a dipendente, impegnandomi a "tempo pieno" su SaggiaMente, il blog di Maurizio Natali. Una collaborazione che ha dato e dà ancora i suoi frutti. Su SaggiaMente ho potuto prendere maggior confidenza con una abilità che già conoscevo ma che non avevo sfruttato ancora pienamente: la scrittura. Essendomi sempre ritenuto praticamente un incapace, trovare qualcosa che mi appagasse e mi desse capacità è stato davvero molto incoraggiante. Di questo devo sicuramente ringraziare Maurizio dello spazio che mi ha concesso e mi concede sul suo blog, del quale sono addirittura stato di fatto "capo-redattore" per un breve periodo mentre lui era in viaggio di nozze. Considerato che ero appena arrivato sul blog, è stata sicuramente una grande fiducia e una grande responsabilità, quella che mi ha dato. Il risultato è stato un po' così così, ma il blog ha tenuto fino al suo ritorno e ciò era quello che contava di più. Non c'è solo SaggiaMente: c'è anche WinBeta.it, in collaborazione con Roberto Branni/R27, sebbene lì il mio livello di partecipazione sia minore proprio per il maggior coinvolgimento con SaggiaMente.

martedì 29 novembre 2011

Scusate lo sfogo...

...e scusate se non ho più tenuto aggiornato il Diario dello switcher, ho avuto un po' da fare online e offline. Ma darò aggiornamenti, promesso, non domani ma probabilmente entro la settimana.

Stasera, dopo l'articolo serale fatto su SaggiaMente, relativo a un plausibile rumor su Office per iPad (e posso garantirvi che se non ha uno straccio di plausibilità un rumor non lo cago neanche di striscio perché io articoli sull'aria fritta non intendo andarli a fare), come primo commento non leggo un inizio di discussione, una richiesta di chiarimenti o anche una critica su parti non corrette, ma questo:

Quando ricominciano gli articoli succosi di Maurizio? 
Razziatore, mi dispiace ma il 70% dei tuoi articoli sono chiacchiere, le stesse chiacchiere la cui assenza mi aveva fatto preferire il Saggiamente degli esordi a molti altri blog. 
saluti
Avrei avuto due scelte per rispondere: o mandarlo a fare in culo, dandogliela però vinta, o mostrare senza insulti né arrabbiature che la sua affermazione è errata e invitarlo se sa fare di meglio a presentare un suo articolo a Maurizio. Ho scelto la seconda.

Prima cosa: articoli succosi Maurizio ne fa sempre, com'è possibile vedere ogni santo giorno. Dunque chiedere "quando ricominciano gli articoli succosi di Maurizio" vuol dire o non entrare nel blog da mesi o essere in malafede.

Seconda cosa: il 70% dei miei articoli sono chiacchere. Non direi: ho sempre cercato di non scrivere solo tanto per far numero. Scrivo notizie, analisi e ultimamente anche tips per OS X. Ci sono stati anche gli "articoli di chiacchere" ma ho sempre cercato di renderli interessanti, di non fare il compitino come altri che magari riportano il rumor con una traduzione, una frase di commiato tanto per incoraggiare i commenti e via, pubblicato. Mi addentro nell'indiscrezione, cerco di vederne l'autenticità o quantomeno la plausibilità, e se vedo che è un mucchio di cagate lo dico chiaramente provando anche a spiegare il perché. È anche per questo che il numero di rumor è davvero basso su SaggiaMente: provate a confrontare il numero di rumor riportati da noi in un mese con un qualsiasi altro sito, nazionale o internazionale. Non riportiamo le indiscrezioni su quanti peli del culo possa avere Cook, riportiamo cose che meritano di essere approfondite e analizzate.

Terza cosa: SaggiaMente non è mai cambiato, anzi è cresciuto. Può essere che in qualche caso ci siano stati dei peggioramenti, ma ce li hanno sempre fatti notare in modo onesto e franco, non per abbatterci bensì per farli correggere. E lo facciamo il più possibile. Ogni giorno. Oggi un lettore mi ha fatto notare una palese inesattezza in un mio articolo. Cosa ho fatto? Testa bassa, ammesso l'errore e corretto. Se questo è essere poco professionali come appaio da quel commento, beh, a trovarne di così "poco professionali" tra i blogger amatoriali e persino tra gli editorialisti pagati delle maggiori testate.

Quando ho letto quel commento ho provato un misto di rabbia e tristezza. Rabbia e tristezza perché è stato giudicato il mio intero operato sulla base di un articolo di rumor, peraltro riportato per i motivi di plausibilità già detti. Mi sono sentito dare del killer del sito e della sua filosofia iniziale. Eppure sono venuto su SaggiaMente con l'idea di migliorarlo, non di distruggerlo. Se stessi facendo la seconda, vi pare che Maurizio non mi avrebbe già detto "grazie, non scrivere più"? Quegli € ad articolo che prendo (spiacente, non rivelo la cifra esatta) personalmente sento di guadagnarmeli quasi sempre. So quando a volte non rendo al meglio e lo dico a Maurizio stesso. Talvolta in caso di errori gravi ho anche preferito rinunciare alla paga. È successo, ad esempio, tempo fa parlando di alcuni corsi di programmazione per iOS, quando mi fu chiesto da Maurizio di sostituirlo nella pubblicazione perché doveva fare l'articolo in tempo breve e in quel momento non poteva: feci un casino, mi scusai e l'articolo non fu contato nel totale mensile.

Se questo è essere un cattivo blogger, beh, me ne assumo le responsabilità. Vuol dire che evidentemente avevo una definizione diversa di "cattivo operato". La correggerò.

lunedì 14 novembre 2011

Diario di uno switcher - Giorni dal 4 al 6: Pages e TextEdit

Una settimana di Mac. E con la voglia di proseguire. Ma prima di analizzare la prima settimana d'uso, oggi recupero i giorni passati guardando a delle specifiche applicazioni.

In questi giorni mi sono concentrato sul capire meglio il funzionamento dei due word processor di Apple: Pages, quello a pagamento della suite iWork, e TextEdit, quello incluso in OS X. Iniziamo dal primo.


domenica 13 novembre 2011

0 d.S.

13 novembre 2011 d.C., dopo Cristo. Ma lo si potrebbe anche definire il 1° gennaio dell'anno 0 d.S., dopo Silvio.

Sappiamo tutti cosa è successo. Chi mi segue su Twitter, poi, saprà che non ne sono rimasto dispiaciuto, del fatto. Pur non essendo per nulla ideologicamente affiliato a sinistra, non l'ho mai votato, pensando anzi che avrebbe solo portato gravi problemi all'Italia e anche alla destra inteso in generale come movimento. E infatti è successo.

Questo è l'inizio dell'anno 0 d.S. perché ci sarà tanto da fare, sia dai tecnici del governo Monti, sia dai politici, sia dai cittadini. Soprattutto da questi ultimi, dato che rimarranno sempre e comunque i veri arbitri del destino del Paese. Inizio così questo post, che vuole semplicemente essere una analisi tutta personale sulla situazione venutasi a creare.

Game over, insert coin


È stato inevitabile ieri provare un senso di gioia e liberazione collettiva. 17 anni di dominio, sia diretto che indiretto, sulla scena politica, per finire nel baratro senza concludere nulla. Non si può dire che non se la sia cercata.

Da oggi, si riparte. Monti riceverà l'incarico, è questione di ore. Un governo perlopiù tecnico, alcune facce molto universitarie: tra i vari, si parla del rettore della Bocconi, Tabellini, all'economia e si parla di quello della Cattolica, Ornaghi, all'istruzione. Altre facce, invece, si sono già viste in passato, come Amato, purtroppo tristemente specialista nel buttarsi a capofitto in governi "lacrime e sangue". Si parla di qualche inserimento politico, ma difficilmente accadrà. Gianni Letta, per non esacerbare ulteriormente gli animi, contro le indicazioni dello stesso Berlusconi che lo chiedeva come condizione per l'appoggio al nuovo esecutivo, si è volontariamente fatto da parte. Anche il PD probabilmente vorrà evitare di dare impronte di partito a un governo che deve essere fondamentalmente transitorio e ricostituente.

Transitorio perché comunque non dovrà essere di lunga durata: dal mio punto di vista di cittadino, auspico che entro la fine del 2012 si torni alle urne. L'importante, però, è dare i mesi sufficienti per lavorare. E qui entra in gioco la parte ricostituente. Abbiamo precisi obblighi nei confronti dell'Unione Europea. Dobbiamo rispettarli, pena importanti conseguenze dal punto di vista economico e una fortissima riduzione del nostro peso sulla scena internazionale. Senza il muro contro muro come vorrebbero certi partiti secessionisti e senza una scadenza troppo stretta, ci sono i presupposti per far bene.

Rischiamo di dover dare tanto a banchieri e Stati esteri? Ormai non possiamo più permetterci di fare gli schizzinosi. Anche le elezioni immediate che molti proponevano sarebbero state un gravissimo rischio. Sono d'accordo con un giornalista economico che ieri sera è stato intervistato da Sky TG 24: un conto è se ad agosto, quando ancora l'emergenza era perfettamente gestibile, si annunciavano le elezioni. Il mese prima, la Spagna ha preso quella decisione e i mercati l'hanno premiata, in quanto è apparso un segnale forte, di vero cambiamento. E così domenica prossima gli spagnoli saranno chiamati alle urne. Prendere noi una decisione del genere a metà novembre, con quel maledetto spread che incalza e l'Unione Europea che preme per le riforme, sarebbe stato solo mostrare al mercato che non sappiamo che pesci prendere. Oltre al fatto che le elezioni governative in momenti di seria crisi costano soldi, e tanti pure, i tempi tecnici sarebbero stati necessariamente lunghi, con una fase di stallo dovuta all'assenza di un governo in carica.

Avremmo potuto fare davvero come la Grecia? Beh, con tutto il rispetto, lo Stato ellenico ha dati demografici, geografici ed economici ben diversi dai nostri. Inoltre lì non c'è un fallimento conclamato della politica come qui da noi. Tanto è vero che quello greco non è un governo tecnico, ma di larghe intese, ossia riguardante forze politiche di diversa natura. Lì il problema di fatto era Papandreou, qui tolto Berlusconi mica abbiamo finito. Per questo servirà tempo per ricucire la ferita. E non possiamo pretendere che Monti in 2-3 mesi con la bacchetta magica risolva. Pazientiamo e lavoriamo.

sabato 12 novembre 2011

Diario di uno switcher - Comunicazione breve

Causa indisposizione preferisco rimandare il Diario a lunedì, approfittando così per fare un bilancio della prima settimana di Mac.

Ho fatto poco fa un articolo per SaggiaMente, previsto in uscita per le 11.30, in mezzo ad attacchi di nausea. Ora sto leggermente meglio, ma il malessere non è del tutto passato. L'influenza è in corso ormai da due giorni.

Potrei anche star meglio già stasera, ma preferisco almeno gli impegni meno urgenti rimandarli a quando sarò più in forma. Mi scuso con i lettori.

giovedì 10 novembre 2011

Diario di uno switcher - Giorno 3: semafori

Sarò sincero, oggi avrei voluto fare un focus su Pages, che sto iniziando a utilizzare per documenti personali. Non avendolo provato ancora più a fondo, però, ho deciso di rinviare di un giorno. Oggi, causa anche un non proprio ottimo stato fisico, mi concentro sui tre pulsanti "semaforici" caratteristici delle finestre di OS X.


Il funzionamento di due dei tre pulsanti non è del tutto uguale a quello dei corrispondenti di Windows. L'unico che ha corrispondenze è il giallo: minimizza la finestra. Il pulsante rosso, che si prefigura di chiusura, in realtà se si conosce un po' OS X sa che non chiude per davvero tutto: solo la finestra, il processo relativo all'applicazione rimane attivo. Ciò viene indicato subito anche dalla Dock, che mostra un faretto sotto l'icona dell'applicazione. Cliccandoci sopra, infatti, la ripartenza è molto veloce. A questo punto, però, viene da chiedersi se abbia davvero utilità tenere pure un tasto di minimizzazione della finestra. La risposta è: a seconda di ciò che stiamo facendo. Se minimizziamo, ad esempio, Safari per poterci concentrare solo sulla finestra di Pages per qualche minuto, premiamo il pulsante giallo e la finestra corrispondente finirà nella parte destra della Dock. Tra le impostazioni della Dock è possibile anche selezionare la possibilità di far finire le finestre minimizzate nell'icona dell'applicazione: questo caso è utile per chi fa molto affidamento su Mission Control per passare da una applicazione all'altra. Il tasto giallo, dunque, è più una soluzione temporanea se quell'applicazione non pensiamo di usarla per un breve periodo. In altri casi, meglio affidarsi al pulsante rosso e richiamare l'applicazione solo quando servirà nuovamente.

mercoledì 9 novembre 2011

Diario di uno switcher - Giorno 2: Anteprima e Mail

Il secondo giorno d'uso del Mac è filato abbastanza liscio, a dire il vero è stato ancora d'assestamento dunque le mie prove sono state un po' limitate. Ho giocherellato un po' con la modalità full screen: per come la vedo io, è un bell'effetto coreografico, per come la intende Apple, ma nulla di più. I programmi per OS X hanno bisogno dei menu, non siamo su iOS dove tutto è concentrato in pochi pulsanti. Può andar bene per un po' di navigazione con Safari, qualche mail, ma dopo è preferibile trovare altre soluzioni. Nel mio caso, RightZoom, che dà al pulsante verde il comportamento tipico del Massimizza di Windows. Non ho voluto comunque modificare in modo troppo radicale il funzionamento del verde, il massimizza lo uso solo per determinati casi, usando Alt+Click.

Riguardo ai programmi, come ho detto è stato ancora molto assestamento, dunque non ho provato per bene tutto. Con due applicazioni, però, ho già preso confidenza: Anteprima e Mail.


lunedì 7 novembre 2011

Diario di uno switcher - Giorno 1: primi passi

Ore 12.41. Finalmente il corriere suona alla porta. Il MacBook è qui, è arrivato. Non nascondo che ero un po' teso, come un bambino che non vede l'ora di provare il suo nuovo giocattolo. Eccolo qui, in foto. Purtroppo le mie capacità fotografiche sono pessime, ma a metterci del loro sono le mie mani molto tremolanti. Mi preme, prima di procedere, ringraziare Mirko di Bologna, il venditore del MacBook: il computer è arrivato in condizioni ottime, con imballo originale. Inoltre è stato molto disponibile alle mie domande sul Mac e sulla spedizione, ad esempio la possibilità di effettuare la spedizione con tracciamento, cosa che ha fatto. Si è dimostrato assolutamente trasparente nella situazione, fornendo anche il numero seriale del prodotto. Persona gentilissima e molto seria, sicuramente consigliato qualora in futuro foste interessati a un suo oggetto in vendita.


sabato 5 novembre 2011

Diario di uno switcher – Preludio

Alea iacta est. Il dado è tratto. Doveva accadere, prima o poi. Il passaggio a Mac. La cosa era nell’aria da anni. Ho colto una improvvisa opportunità e, anche se entro con un Mac usato e non nuovo, ora ci sono. Mancano 2 giorni e poi sarò in possesso di un MacBook White, di quelli fatti nel tardo 2009: Core 2 Duo da 2,2 GHz, 2 GB di RAM, hard disk da 250 GB, unibody in policarbonato. Totale: 550 € più 30 per 4 GB di RAM che sto prendendo altrove. Prevedo anche l’inserimento di un SSD verso dicembre, sono indeciso se riutilizzare il Vertex 2 che attualmente ho nel Sony Vaio in uso oppure prendergliene uno dedicato.

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Voglio chiarire, per iniziare questo diario, alcune cose. Molti passano al Mac perché stufi di Windows. Non è il mio caso: con 7 mi trovo bene, non mi ha mai dato alcun problema a parte qualche schermata blu dovuta a driver fatti con i piedi, nel mio caso specifico quelli del Wi-Fi di Intel. Il mio caso è principalmente la curiosità. Ho provato Windows, ho provato Linux, è ora di cambiare un po’ aria e vedere come il Mac se la cava. Per tanto tempo ho sentito sia gente che ne è entusiasta sia gente che non si è trovata bene. Il mio pensiero è che la verità sta nel mezzo: come tutte le cose, il Mac ha i suoi pregi e i suoi difetti, e voglio prenderlo proprio per scoprire entrambi gli aspetti “fisicamente”. Non sono un invasato di roba Apple, non mi interessa esserlo, sono agnostico, non ho culto nella religione figuriamoci nell’informatica. Il rapporto di computer in casa, anche con l’arrivo del MacBook, sarà di 2 a 1 per i PC, peraltro, a giudicare come non sia un passaggio integrale. Altro piccolo chiarimento: per me il Mac, dotato di processori Intel, è un PC come gli altri. Se lo chiamo Mac, è per forza di abitudine e del marchio, non certo per l’hardware interno. So che questa cosa farà rabbrividire i più affezionati, ma come ho già fatto capire non mi interessa essere invasato di Apple, conta ciò che saprà offrirmi.

giovedì 6 ottobre 2011

Ciao grande

Ogni ulteriore commento è superfluo, odio i coccodrilli.

Riposa in pace, Steve.

Il tuo genio e la tua Apple non saranno mai dimenticati.

Che tu possa continuare a guidare in qualche modo anche da lassù le scelte di Cupertino.

Ciao grande.

mercoledì 5 ottobre 2011

Perché essere contro il comma ammazza-blog (e altro)

Attualmente è in fase di discussione il famoso d.d.l., per gli amici Disegno Di Legge, sulle intercettazioni. Lo scopo di questo non è basarsi tanto sull'ambito politico di tutto il disegno nel complesso. Sappiamo che la verità sta in mezzo: qualcuno lo usa per coprire le sue magagne (ogni riferimento è puramente voluto), altri lo usano per fare simil-gossip sui quotidiani (al punto che anche la Boccassini, non di certo una alleata dei promotori del d.d.l., ha fatto presente la cosa).

Il punto più importante è nel comma 29 di questo disegno di legge, che recita:

Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono.
Attenzione a non farsi infinocchiare dal legalese che sembrerebbe far intendere che siano SOLAMENTE quotidiani e periodici a essere coinvolti: leggete bene all'inizio, SITI INFORMATICI. E poi continua con ivi compresi i giornali. Non è ad esclusione, tutti sono coinvolti. Il Corriere della Sera quanto Tom's Hardware, SaggiaMente quanto questo piccolo blog. Wikipedia Italia ha iniziato ieri sera una chiusura preventiva per protesta.

giovedì 29 settembre 2011

TemporaneaMente - Project Spartan, Facebook sfida Apple a colpi di HTML5

Attualmente SaggiaMente si trova in uno stato di funziona/non funziona: è ancora piuttosto instabile, prima è crollato ma ora sembra reggere, tuttavia c'è sempre il rischio di un nuovo crollo (tra un po' anche nostro, del tipo nervoso). Al momento questo post va live solo su TemporaneaMente, ma sarà replicato in Bozza su SaggiaMente. Nel caso il sito, fra qualche ora, reggerà l'impatto, si pubblica anche lì e qui si chiude in maniera definitiva (ok, meglio dire anche: mai dire mai) con lo spazio TemporaneaMente.

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Facebook alza il tiro contro Apple. Solo qualche giorno fa parlavamo dell'eventualità di buttarsi con maggior ardore nel business dei social network da parte dell'azienda di Cupertino, incalzata da Zuckerberg che inizia a offrire servizi potenzialmente pericolosi, come quelli di streaming di musica e film. Il nuovo livello della sfida che è ancora alle sue fasi iniziali è rappresentato da Project Spartan, di cui ci parla TechCrunch: basilarmente, si tratta dell'app store alla maniera di Facebook.


TemporaneaMente - Samsung non copia Apple, niente affatto...

Al di là dei tribunali e di quanto possa essere giusto o meno che Apple prosegua con qualsiasi mezzo la sua battaglia contro Samsung, opinione che non è oggetto di questo post e che si rimanda al puro giudizio del lettore, la domanda "sorge spontanea", prendendo una citazione da Antonio Lubrano: Samsung copia davvero Apple?

Beh, guardate voi stessi, in questa grafica mostrata da TUAW e proveniente originariamente da Reddit. Data la lunghezza smisurata, ecco qui solamente uno dei tanti elementi:


mercoledì 28 settembre 2011

TemporaneaMente - Amazon all'attacco: nuovo Kindle Touch e tablet Fire con Silk e Prime Instant Video

Purtroppo ancora problemi per SaggiaMente, dunque anche per stasera TemporaneaMente deve fare le sue veci. Speriamo di risolvere la situazione al più presto e ci scusiamo per l'inconveniente.

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Spumeggiante. Di solito diremmo così di un keynote Apple. Ma questa volta l'azienda di Cupertino non c'entra. Anzi, è una potenziale vittima di quanto è stato presentato oggi. Amazon ha sorpreso tutti: ci si aspettava solo un tablet e Jeff Bezos ha risposto con una valanga di novità. Dal Kindle fino al nuovo Prime Instant Video, passando ovviamente per il tablet, Fire. Da chi incominciamo? Dai Kindle, che annoverano un nuovo modello tutto touch e prezzi davvero interessanti.


martedì 27 settembre 2011

TemporaneaMente - Cade una grande esclusiva del gaming Windows: FIFA 12 disponibile per Mac

ANNUNCIO: il sito è attivo dal nuovo server e fra alcune ore tutti riusciranno a vedere SaggiaMente. Con questo post TemporaneaMente conclude la sua breve missione. Da domani si torna regolari.

Innegabile: ormai da diverso tempo il Mac sta attirando i publisher di videogiochi in modo sempre più crescente e benché rispetto ai PC rimangano comunque macchine non portate per il gioco, ora iniziano a concedere sfizi anche per il casual gamer senza dover ricorrere a Windows. Credo che chiunque ami i giochi calcistici abbia avuto a che fare con FIFA almeno una volta nella vita, anche se poi magari si preferisce generalmente il rivale Pro Evolution Soccer. Ebbene, fino ad oggi sui computer il videogioco di Electronic Arts è stato una esclusiva bella stretta di Windows e l'unica alternativa erano le console, che si smarcavano dal requisito del sistema operativo Microsoft. Come riporta Macrumors, l'esclusiva Windowsiana è caduta: FIFA 12 è la prima edizione a essere disponibile anche su Mac.



TemporaneaMente - "Let's talk iPhone" il 4 ottobre, è ufficiale

In attesa che SaggiaMente torni in attività (don't worry, è questione di un giorno al massimo!), Briciole Digitali fa TemporaneaMente da contenitore per gli articoli che avrei messo su SaggiaMente. Vista la sua virtù temporanea, come nome per questo spazio TemporaneaMente mi sembra azzeccato.

Il dado è tratto. Finalmente Apple ha svelato le sue carte e ora c'è una data per la presentazione dell'iPhone 5. Come riportato sia da Ars Technica che da tantissimi altri siti in pochissimi minuti dopo l'inizio del tam tam relativo all'annuncio, Apple ci invita a parlare di iPhone il 4 ottobre.



domenica 11 settembre 2011

11-9-2001

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Era un martedì pomeriggio, ero rientrato dalla scuola, avevo appena iniziato la seconda media, già mangiato e tutto.

Avevo deciso a un certo punto di accendere la TV. Mi pare accesi su Rai 3, ma non ne ho la certezza. Vedo che sono collegati con la CNN. Due torri in fiamme. Giro sugli altri canali, la stessa immagine.

Vado da papà e gli dico "Papà, hanno attaccato le Torri Gemelle". Da considerare che fino a quel momento non sapevo nemmeno dell'esistenza delle Torri Gemelle, dunque almeno all'inizio ho visto la situazione con molta leggerezza. Arriva papà, mi spiega. Si poteva solo rimanere sconvolti da quelle immagini.

Ricordo che mi successe una cosa, una reazione nervosa che mi succede solo quando vengo colpito profondamente: mi misi a ridere. Sottolineo che è una reazione nervosa, alla pari di un tic, non rido perché mi diverto ma al contrario perché la cosa mi ha scioccato. So che a molti sembrerà strano, ma giuro su qualsiasi cosa che è vero, infatti me ne scusai con papà perché non riuscivo a contenere la reazione. Se cercate bene su Google, trovate riferimenti a questo tipo di reazione isterica.

Il giorno dopo, il 12, ovviamente, a scuola non ci fu altro argomento. Fu anche l'argomento di un tema da preparare per l'indomani, il 13. La consapevolezza è che il mondo era profondamente cambiato. I mesi successivi lo dimostrarono. Il 7 ottobre stavo tornando da una gita con i miei e il pullman era acceso sul TG5: l'attacco in Afghanistan era cominciato.

Ricordo anche che nei giorni successivi feci a papà una terribile domanda: ma questo secondo te scatenerà una guerra mondiale? Papà rispose di non saperlo, ovviamente sperando non succedesse mai. Fortunatamente non è successa, anche se in quei momenti penso che l'orologio dell'apocalisse si avvicinò davvero molto alla mezzanotte.

Questa vicenda lascerà per tanto, tanto tempo dubbi. Se si poteva evitare, se davvero è opera di Bin Laden, se invece si tratta di qualcosa architettato dagli USA per interessi economici o politici perversi. La certezza, l'unica certezza, è che tra gli attacchi alle Twin Towers e quello al Pentagono sono morte oltre 3000 persone. Quella è l'unica e triste certezza. Il resto, al momento, sono chiacchere.

11/9/2001 - 11/9/2011

R. I. P.

martedì 6 settembre 2011

Il tempismo non è tutto

Nei siti di notizie è naturale una tendenza a fare a gara a chi arriva prima sul pezzo in italiano, magari appena dopo che una fonte internazionale ne ha parlato. Il problema, però, è che quando i siti sono tanti questa gara è impossibile da fare, perché alla fin fine arriva chi in quel momento è già attivo.

Oggi mi è capitato su SaggiaMente di fare un articolo su Diagnosi Wi-Fi, una utility nascosta di Lion. Quel che non sapevo è che un altro sito l’aveva già trattato il giorno prima. Ma io l’ho saputo solo da un commento, perché altrimenti avrei ignorato completamente la cosa: io mi sono attenuto alla fonte originale, Macworld, come del resto ha fatto anche quel sito. E come ha fatto anche un altro sito dopo il nostro, che ha sviluppato l’articolo in autonomia, sia in termini di testo sia di immagini.

Perché ormai in un mondo sempre più veloce il tempismo non è più una caratteristica fondamentale. Essere veloci ormai lo sanno fare tutti. Ciò che distingue un articolo fatto dopo rispetto a un altro articolo fatto prima è la qualità del contenuto. Come lo si imposta, come lo si scrive, la chiarezza, la completezza, l’eventuale corredo di immagini… Sono tutti fattori molto più importanti del tempismo, che fa sì piacere quando c’è ma se non c’è non è necessario. Con WinBeta.it spesso e volentieri sono arrivato dopo altri siti, ma poco importa: io cerco di ritagliarmi lo spazio con la qualità di ciò che scrivo, non col tempo.

Il detto “Chi va piano, va sano e va lontano” è più forte che mai. E non lo dico perché sono la classica volpe che si lamenta quando non arriva all’uva, ma perché è così: il tempismo non è tutto. Perciò, il consiglio che do a un debuttante nel blogging è: meglio prendersi del tempo e fare le cose per bene che andare veloci e farle raffazzonate. Certo, non bisogna poi andare nell’esagerazione opposta, ossia pubblicare con giorni e giorni di ritardo. Ma finché si tratta al massimo di un giorno-un giorno e mezzo, non muore nessuno. L’importante è la qualità.

lunedì 5 settembre 2011

Nuova arrivata in famiglia: Fujifilm FinePix S2950

Devo dire che in casa non siamo degli espertoni della fotografia. Con le fotocamere digitali ci abbiamo a che fare solo da 7 anni e per tutto questo tempo abbiamo avuto solo questa compatta:

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Sony Cyber-shot DSC-P43, 4,1 Megapixel, zoom digitale 3x, autofocus e registrazione video VGA. Il tutto con Memory Stick da 1 GB.

La macchina si è comportata più che bene, nei suoi anni di attività. Ultimamente, però, iniziava a stare stretta: lo zoom solo digitale, l’impossibilità di registrare in HD e soprattutto il peggioramento del sensore che ormai scatta praticamente quando ha voglia hanno portato a trovare una sostituta. E l’abbiamo trovata: la Fujifilm FinePix S2950.

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L’abbiamo acquistata su Amazon, 144 € più 10 € e qualche centesimo di scheda SD da 8 GB. Il prezzo era buono, considerato che si tratta di una bridge, semplicisticamente definibile come una sorta di reflex “castrata”, nel senso che ha il corpo e lo zoom tipici di una reflex ma presenta aspetti più tipici delle compatte come ottiche non cambiabili e mancato uso del formato RAW. Per questo viene chiamata bridge: perché coniuga aspetti da reflex a quelli delle normali compatte.

La FinePix S2950 ha un sensore da 14,1 Megapixel, un buon display da 3” e soprattutto uno zoom bello potente per la fascia di prezzo in cui è: 18x di pura ottica, assistito, se si vuole, da 7x di zoom digitale. Non mancano autofocus, grandangolo 28 mm e registrazione a 720p.

La qualità delle foto? Beh, per ora non abbiamo ancora potuto provarla per bene, è arrivata solo stamattina. Tra i pro c’è sicuramente il grande zoom, anche facile da usare in quanto motorizzato, la modalità Auto che imposta automaticamente per i neofiti i valori di esposizione, il focus ed eventualmente il riconoscimento volti, nonché la qualità stessa delle foto quando vengono scattate. Tra i contro posso ravvisare un doppio stabilizzatore forse non sempre efficacissimo, che mi sembra né più né meno ai livelli di stabilizzatori meno sofisticati: ma non gli do nemmeno la colpa di ciò, a causa di un difetto fisico alla mano destra sono più debole da quel lato ed essendo il pulsante proprio situato sulla parte destra, come su tutte le fotocamere, il tremolio mi è inevitabile. Questa foto, alla testa della mia tartaruga e con zoom a 8,3-8,4x, è al momento la migliore che sia riuscito a fare contenendo il tremolio:

DSCF0021

Considerato anche che il soggetto non conosceva minimamente il significato di mettersi in posa, è venuta abbastanza bene. Il flash, a scomparsa, è stato tenuto disattivato, dato che la luce era buona e che dovevo evitare traumi all’animale. Già una volta per sbaglio gliel’ho fatta dal mio cellulare con il flash attivo e l’ho mezzo tramortito per qualche minuto. Benché si sia subito ripreso e non abbia riportato danni visivi, il senso di colpa è stato forte, dunque quando intendo scattargli una foto controllo sempre che il flash sia disattivato. Da dire però che allora ero molto vicino, mentre stavolta fotografavo da almeno 40-50 cm di distanza, ad occhio. Nelle prossime settimane si spera di poter fotografare qualche paesaggio per metterla più alla prova.

Nella confezione sono presenti la macchina, quattro pile AA, il cavo di collegamento sia A/V che USB, la cordicella per portarla al collo e il copriobiettivo. Manca un cavo HDMI, che sarebbe stato gradito ma comunque è comprensibile manchi per il basso prezzo di vendita e una custodia, anch’essa mancanza comprensibile. Se per la prima si può rimediare prendendo i file direttamente dalla SD e copiandoli su un supporto USB, per la seconda dovremo guardare in giro se ci sono custodie.

E la vecchia fotocamera? Rimane, diventerà secondaria e usata quando, in gite familiari, si vogliono fotografare due diversi scorci. Due piccioni con una fava, dunque.

Ciao grande

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Oggi avrebbe fatto 65 anni.

Purtroppo il 24 novembre del 1991 ha deciso di portarlo via in anticipo, per colpa di quella maledizione chiamata HIV.

Da allora la musica non è più stata la stessa.

Heaven For Everyone

Spero abbia potuto trovare l’”Heaven for everyone” di cui parlava nella canzone sopra.

Consiglio di vedere anche la dedica di Google di oggi, veramente bella e toccante, con “Don’t stop me now”.

Perché se la sua vita terrena si è fermata, quella musicale non si fermerà mai e le sue canzoni leggendarie continueranno a essere suonate e riprodotte in tutto il mondo.

giovedì 11 agosto 2011

Il ristorante più economico d’Italia

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Signore e signori, avete davanti a voi il menu più economico d’Italia: quello del ristorante del Senato!

Pensate, un piatto di penne all’arrabbiata, che in un ristorante può costare anche sui 6-6,50 €, lì costa appena 1,60 €!

E che dire del pesce spada alla griglia, che alle volte arriva ai 10 € e oltre? Qui a soli 3,55 €, per gli amanti dello spelling TRE EURO E CINQUANTACINQUE.

Parliamo anche dei dolci. Ampia scelta per tutti i gusti ad appena 1,74 €, dal carrello.

Sommata la bevanda standard, che presumibilmente è una bottiglia d’acqua, a 0,67 € e il coperto a 0,52 € ci si può fare un pranzo dignitoso con appena 8,08 €. Con quegli stessi soldi, un comune mortale precario, dallo stipendio medio di meno di 1000 € al mese e con la prospettiva di 40 anni e passa di lavoro prima di avere una minima pensione può al massimo permettersi un panino al McDonald’s.

Se parlassimo di una mensa aziendale, quei costi sarebbero pienamente comprensibili, ma non staremmo certo a parlare di gente che guadagna migliaia e migliaia di € al mese, con benefit validi quasi per tutto e che con una sola legislatura gode tranquillamente di un sontuoso vitalizio.

Il problema sapete qual è? Gliel’abbiamo permesso NOI. Noi abbiamo permesso che si concedessero così tanti lussi. Loro ne hanno semplicemente approfittato. Non possiamo solo continuare a lamentarci: o si agisce facendo sentire la nostra voce e rendendo chiaro che così nessuno può andare avanti o è inutile che andiamo loro addosso se poi non cambiamo lo status quo.

Quando parliamo di casta la realtà è che purtroppo la casta siamo anche noi stessi. Il primo cambiamento deve partire dai cittadini. Se lo capiremo, allora ci sono buone speranze di risanare questo paese.

domenica 7 agosto 2011

Il mistero degli orologi “morti”

Al ritorno dalle vacanze (post che mi riservo per domani o martedì al massimo) abbiamo trovato tutto tranquillo, nessun problema. Anzi, anche meglio di prima, per certi versi: la tartaruga è cresciuta ancora, il che significa che urge una nuova tartarughiera in quanto quella in uso ora potrebbe scavalcarla (e poiché è su un ripiano equivale al suicidio).

Ma c’è qualcosa che è inspiegabilmente accaduto in nostra assenza. Un po’ come succede improvvisamente nei laghi e nei fiumi con morie inspiegabili di pesci (peraltro è successo anche a Maiorca, nel fiume non molto distante dall’albergo in cui alloggiavo), buona parte degli orologi da polso presenti in casa sono “morti”. Non danno alcun segno di vita. Finché era uno, ci può stare, evidentemente bisogna cambiare la batteria. Ma sono tre e il più “giovane” ha meno di un anno dall’acquisto.

Dunque cosa può essere successo a tal punto da mandare kaputt tre orologi nello stesso periodo? So che ci sono stati dei forti temporali a Milano, infatti a casa di mia zia si è dovuto sostituire un decoder DTT perché fulminato. Ma gli orologi? Non sono collegati alla rete elettrica. Non sono collegati ad antenne. Nessuno di quelli che abbiamo è radiocontrollato. Una cosa che, sinceramente, non riesco a spiegarmi. Se qualcuno ha una spiegazione scientificamente plausibile me la riporti pure qui. Più che altro, per curiosità.

venerdì 5 agosto 2011

Mi fai copiare?

La Rete apre infinite opportunità per esprimersi e soprattutto per mettere in luce i propri pensieri e condividerli con gli altri. Tra le varie opportunità che offre ci sono anche quelle di poter essere un po’ tutti, nel nostro piccolo, giornalisti, grazie ai blog. Ci sono quelli più piccolini che devono crescere (WinBeta.it), quelli più grandicelli che si stanno sempre più affermando (SaggiaMente) e quelli più quotati che ormai sono quasi istituzioni del web.

Purtroppo queste opportunità offerte dalla Rete hanno anche aperto la strada a cattive usanze viste nella realtà quotidiana, una su tutte la copia. L’usanza di copiare è insita nell’uomo dalla notte dei tempi: la più famosa situazione è quella del compagno di banco che sbircia sul nostro compito per poter risolvere un esercizio o rispondere a una domanda o per fare meno fatica (la più abituale) o in caso di problemi nello svolgimento. Nell’editoria, la pratica di copiare è più diffusa di quanto si pensi. E si badi bene, copiare non significa riportare pari pari ciò che fanno gli altri: si possono modificare leggermente i titoli, qualche parola nei testi, qualche dettaglio nel design ma anche quello è copiare. Perché il contenuto di fondo non è il nostro. Questo avviene nell’editoria stampata tanto quanto in quella web. Anzi, nell’editoria web ha preso una piega ancor peggiore rispetto alla stampa. Gli strumenti informatici, infatti, consentono copie con molta più comodità e facilità rispetto a prima. Sommata alla percezione (abbastanza errata) che tutto ciò che c’è in Rete è utilizzabile da tutti, ecco che l’abitudine della copia è ormai un vizio piuttosto diffuso. Da fare una distinzione, però: c’è la copia e c’è la base. Se la copia è stata trattata poco fa, la base è la pratica di prendere l’articolo di qualcuno per utilizzarlo come, appunto, base di approfondimento. Nel caso delle notizie in altra lingua, poi, la base è necessaria: non ci si può inventare la notizia di sana pianta, se c’è già.

Ora torniamo alla questione copia, che si può fare? Ci sono due categorie. La prima è quella che della copia se ne sbatte. Alla fine, spesso sono piccoli blog che per qualche spicciolo di AdSense fottono gli articoli altrui, mi è capitato quando ancora Briciole Digitali era un blog di notizie informatiche giornaliere e non un contenitore casuale di pensieri come è adesso. Che vogliamo farci? Ci attacchiamo per queste cose? In fondo, la figuraccia la fanno loro, per il blog originale non cambia nulla. La seconda categoria è quella che non sopporta la copia e vorrebbe fermare i copiatori. Anche qui, vige un po’ un senso di anarchia. La miglior cosa da fare è sputtanarlo in pubblico in modo che la figuraccia sia ben evidente. La rabbia per la copia sale proporzionalmente alla caratura del copione: se un blog più grande del nostro inizia a copiarci, è chiaro che ci girano un po’ i maroni. Allora assumimi e pagami, così scrivo per te, visto che tu a quanto pare non intendi fare contenuti di tuo pugno! Esiste poi una sorta di terza categoria, quella che intendeva formare la Creative Commons. Una licenza particolare, che pur non volendosi intrufolare nei meandri del copyright intendeva fornire comunque una protezione agli autori di contenuti. Regole semplici, che consentivano all’autore di delimitare il raggio d’uso delle sue opere. Purtroppo la Creative Commons, strumento ottimo nella teoria, regge poco nella pratica: ognuno sembra sentirsi libero di fare il cazzo che gli pare, come se invece delle clausole di licenza avessimo messo scritto “fai ciò che vuoi”. E sorgono casi, fraintendimenti, liti e quant’altro.

Dai copiati, passiamo un attimo ai copiatori. Anche qui, ci sono delle categorie. La prima è quella che ammette la copia e smette. Incassa la figura barbina, capisce la lezione, preferisce dedicarsi ad altro oppure spremere finalmente le meningi per contenuti autoprodotti. La seconda è quella che ammette la copia, tiene un profilo basso ma se ne frega e continua a copiare. Sono dei muri e l’unica soluzione è aspettare che si stanchi di copiare. Oppure ci si stanca prima noi, un po’ com’è successo a me che da blogger indipendente copiato ho preferito passare sotto l’ala protettrice di altri blog più carrozzati. La terza categoria è quella più bastarda: non solo non ammettono la copia, ma accusano il copiato di essere a sua volta copione. Il tutto nonostante l’evidenza li mostri nel torto. Insomma, la peggiore razza, quella che da lì in poi farà di tutto per screditarci. A quel punto, sta al copiato difendersi: mostrare le sue ragioni screditando l’avversario oppure ignorarlo sperando che sia interpretato come segno di superiorità. Quando si è incazzati, bisogna ammettere che è un po’ dura ignorare gli attacchi personali e le copie, soprattutto se ripetute.

Posto che non c’è, dunque, una soluzione unica e definitiva al problema e posto che qui si parla di copie di grande portata e poco gradite e non quelle piccole e naturali come avvengono a scuola, mi chiedo: che gusto c’è, nel copiare? Ci si sente più furbi di quello che si fa il culo addormentato sulla sedia e le dita callose sulla tastiera per fornire ai suoi lettori articoli di qualità e soprattutto autoprodotti? Ci si guadagna di più con AdSense e robe simili? Ci si ottiene maggiore figura e prestigio per il sito? Che cosa si guadagna, nel copiare? Io penso non si guadagni nulla. Copiare non arricchisce, semmai impoverisce. E non dovrebbe essere questo lo scopo dell’informazione e della condivisione del sapere.

mercoledì 13 luglio 2011

Non lo sopporto più


Fino a oggi sono stato abituato, almeno per quanto riguarda Blogger, a usare un client per Windows chiamato da Windows Live Writer, sviluppato proprio da Microsoft.

La versione 2009 era una favola. Funzionava perfettamente, non batteva ciglio in nessuna occasione. Poi è arrivata la 2011. E sono partiti i dolori.

Post non pubblicati, errori, blocchi... Uno schifo. Nessun aggiornamento ha riportato la nuova versione ai livelli della 2009. Non posso retrocedere dalla Live Essentials 2011 alla 2009 perché mi servono altre cose della 2011, sul PC.

Oggi ho deciso di cambiare l'account Google di riferimento con cui scrivere sul blog, pur mantenendo il nickname e ne ha fatte di tutti i colori. Non cambiava l'account, non riconosceva più il tema usato sul blog... Il risultato è quello sopra: sembra Blocco Note. Infatti sto usando l'interfaccia web di Blogger.

Le alternative sono troppo poche. Sia su Windows che su Mac i concorrenti sono tutti a pagamento. Unica eccezione, proveniente da Linux ma disponibile anche per altri sistemi, è Blogilo. L'ho provato, molto ben fatto anche se non ai livelli di Live Writer 2009. Purtroppo non è in grado di postare immagini su Blogger, solo testo. A malincuore, ho dovuto scartarlo. Ho preso in considerazione anche altri programmi su Linux, ma nessuno ha funzionato.

Perciò, se qualcuno conosce un buon software per il blog publishing gratuito e alternativo a Live Writer, me lo faccia sapere. Gliene sarò davvero grato, perché io a quello non lo sopporto più.

giovedì 9 giugno 2011

La considerazione dell’Italia sui giovani

Se il titolo fosse una domanda, direi che la risposta sarebbe zero.

Sono alla ricerca di lavoro. Unico piccolo vantaggio: iscritto alle categorie protette in quanto invalido civile. Al momento ho in cascina un colloquio, esito non positivo. Ma vabbè, al primo colloquio della mia vita sperare in un successo è troppo, bisogna anche imparare a sapersi vendere bene e per farlo ci vorranno un po’ di colloqui, altro che uno solo. Almeno però questa grossa banca italiana ha mostrato un interesse iniziale. Guardando altrove, si vedono solo ostacoli.

Il primo è che quando mandi curriculum poi il 99% delle volte non ti degnano nemmeno di una risposta. Almeno loro hanno avuto la buona usanza di dirmi “no, non ti riteniamo ciò che cercavamo”. Altre aziende cosa fanno? Nulla. Mandi il curriculum, ti esce il messaggio automatico “Grazie della sua candidatura” e poi non sai più nulla. Rimani in un limbo assoluto, che alla fin fine si risolve con un nulla di fatto automatico. Del resto, se dopo un mese o due non rispondono, vuol dire che non c’è interesse. Ma appunto, dimmelo invece di tenermi sul trespolo vita natural durante!

Il secondo ostacolo è però il peggiore. Passi che il mio diploma di liceo non è invitante, purtroppo così com’è fatto è un ripiego per concludere in maniera almeno onorevole le superiori. Non passi però che su 10 offerte di lavoro, mediamente 9 richiedano esperienza. Nulla in contrario sul fatto che molte offerte richiedano esperienza, alcuni incarichi sono piuttosto ricchi di responsabilità e lasciarli a completi pivellini non è fattibile. Ma molti altri sono lavori da novizi, in cui chiedono esperienza anche di 2-3 anni. Se io mi sono appena affacciato nel mondo del lavoro, peraltro in un mercato del lavoro stantio come quello italiano, mi dici come faccio a offrirti esperienza?! E’ chiaro che sono come un hard disk vuoto, in quel settore. Tu mi metti il programma, ossia mi istruisci sulle mansioni, e io lo eseguo. Ma non puoi aspettarti che io il programma lo abbia preinstallato! E non ci si illuda quando scrivono “gradita”, credendo che comunque guardino anche se non si ha esperienza: è un modo cordiale per dire “necessaria”.

Poi, vabbè, si può continuare con le raccomandazioni al capo o al politico di turno, le offerte che sembrano essere fatte per scoraggiare la maggior parte dei possibili candidati, l’assenza di uno Stato responsabile e incentivante. Questo paese non crede ai giovani. Puoi avere un diploma, puoi avere doppia laurea+master, ma l’esito è sempre quello: non c’è un atteggiamento predisposto al ricambio generazionale. Certo, è chiaro che molti della nuova generazione non si sono presentati proprio al meglio, ma è fastidioso vedere come si faccia di tutta l’erba un fascio. Poi però si lamentano che i manager brillanti, i medici migliori, i ricercatori meritevoli vanno all’Estero. C’è sempre voglia della botte piena e della moglie ubriaca, peccato che qui la botte è tristemente vuota. Questa è l’Italia.

Se può consolare, comunque, da ciò che ho visto nella Svizzera Italiana non è che va tanto meglio. A parte il fatto che le offerte di lavoro lì non sembrano abbondare, in questo periodo, il copione è pressoché identico a quello italiano. Tanto per dimostrare che comunque loro non sono per forza meglio di noi, da questo punto di vista.

lunedì 6 giugno 2011

Ipotesi, ipotesi sul keynote del WWDC 2011…

Lo so, lo so. Non dovevo trattare troppo di tecnologia su questo blog, non era più destinato a quello. Ma se non parlo di quello, ci vuole una vita (nel senso di tempistiche…) affinché parli d’altro. Volevo raccontare qualcosina della gita fatta nei due giorni scorsi, ma purtroppo il cellulare si è scaricato e non ho potuto prendere le foto necessarie per il post. Perciò, ecco qualcosa di semi-ripiego, ma anche interessante per parlare un pochetto: qualche personale ipotesi su ciò che sarà presentato al WWDC 2011. Tre le aree principali: Lion, iOS 5 e iCloud. Partiamo dalla prima.

Lion

Francamente, mi aspetto poco. Lion nelle sue Developer Preview è stato sviscerato direi in abbondanza, difficile ci sia qualcosa che non sappiamo. Io spero sempre possano mettere un sistema simile ad Aero Snap e venga reintrodotta la possibilità di avere Exposé e Spaces separati piuttosto che Mission Control forzatamente. Mi piacerebbe anche sapere di uno sbarco di iBooks su Mac e PC. Ma non mi aspetto comunque granché. Probabilmente ci sarà una demo approfondita di Lion, mostrando gli ultimi ritocchi, nulla comunque di sorprendente. Il prezzo potrebbe essere basso. Non credo sarà sui 29 $/€ di Snow Leopard. Più facile possa attestarsi sui 79 o massimo 99 $/€. Riguardo alla data d’uscita, io penso non avverrà a Giugno. Se così sarà, sicuramente il rilascio di domani sarà molto vicino a quello finale, ma dovranno passare ancora alcune build e un po’ di bug risolti prima di vederlo in scatola. Propendo per Agosto inoltrato.

iOS 5

Per iOS 5 mi aspetto molto di più. Tutti si aspettano di più. Android sta andando forte, Windows Phone 7 sta per recuperare il gap funzionale. iOS deve mostrare novità davvero interessanti, per forza. In giro ci sono concept davvero interessanti e rumors altrettanto ben fatti. Ormai credo sia certezza che iOS 5 sarà in grado di aggiornarsi da solo senza bisogno di un computer di supporto. Del resto, come si potrebbe definire l’iPad un dispositivo post-PC quando per essere attivato e aggiornato ha bisogno proprio di un PC? Il controsenso deve finire. Ci sono inoltre altre cose che mi piacerebbe vedere. La prima è una sorta di Exposé per il task switching. Trovo l’attuale sistema di selezione delle applicazioni poco consistente con la semplicità da sempre cercata da Apple. Il modello da prendere è quello di webOS, da cui anche Microsoft ha preso spunto. Non è nemmeno impensabile un sistema di task switching in stile Cover Flow, graficamente di alto impatto. Un’altra cosa che mi piacerebbe vedere è la fusione tra le apps iPod, Video e iTunes in una unica, chiamata per l’appunto iTunes, come su Mac e PC. Ormai direi che definire l’iPhone anche un iPod è superato, è praticamente automatico al giorno d’oggi pensare all’iPhone come un dispositivo dotato di capacità multimediali. Lo stesso vale per l’iPad. L’iPod Touch invece ha già nel suo nome il marchio iPod, non serve reiterarlo ulteriormente come app. Anche iChat secondo me dovrebbe entrare nella dotazione software di iOS: al sistema Apple manca un sistema di messaggistica istantanea integrato, esistente già in Android e in arrivo su Windows Phone 7 con Mango. iChat avrebbe già oggi i migliori supporti: AIM, Facebook, GTalk, Jabber, MobileMe, Yahoo! Vero, non c’è Windows Live, ma quando puoi permetterti Facebook, puoi sopravvivere senza. Un’altra cosa che mi piacerebbe vedere è iPhoto, o quantomeno un importante potenziamento dell’app Foto. Attualmente è povera, senza opzioni relative all’editing e carente nella gestione. Una delle cose che più mi ha stupito del mio Samsung U900 è il suo editor di immagini: veramente ricco di opzioni, considerato l’ambito d’uso. Perché un cellulare può averlo e l’iPhone no? Un iPhoto per iOS integrato arricchirebbe notevolmente il sistema Apple. Specifica per iPad, invece, mi piacerebbe vedere la Dashboard con i suoi widgets. Trovo che su schermi inferiori avrebbe poco senso la sua presenza, mentre sull’iPad si mostrerebbe davvero bene e risulterebbe funzionale. Sempre per l’iPad mi piacerebbe vedere, tanto per cambiare, una sorta di Aero Snap: la possibilità di tenere aperte due apps side-by-side. Pensiamo a contesti in cui vi sono delle chat aperte, ad esempio. Nei tempi morti potremmo navigare. Col sistema attuale dovremmo però saltellare sempre tra programma di messaggistica e browser. Con una sorta di Snap, il problema non sussisterebbe, in quanto le due apps convivrebbero fianco a fianco. Penso anche, ad esempio, a una situazione in cui ci serve raccogliere delle immagini o delle informazioni per un documento. Con Pages e Safari fianco a fianco, si possono trascinare i contenuti ricercati nel documento di lavoro in modo rapido e veloce. Senza contare anche le possibilità di comparazione offerte da questo metodo. Terminando la carrellata su iOS 5, giusto per curiosità mi piacerebbe vedere come si comporterebbe un Time Machine su iOS. Del resto, le possibilità ci sarebbero: sull’iPhone 4S a volerlo si potrebbe mettere uno slot microSD, per l’iPad invece c’è il Camera Connection Kit con supporto SD. E poi c’è anche iCloud stesso, che potrebbe offrirsi come soluzione per il backup. Volendo, c’è tanto spazio di manovra per iOS 5. Sta a Apple.

iCloud

La vera sorpresa del keynote. iCloud secondo me sarà un MobileMe potenziato, presentato in due versioni: una gratuita, con pubblicità e priva di servizio musicale, e una a pagamento, ads-free, con streaming musicale e un iDisk più capiente. Oltre alle funzionalità già conosciute di MobileMe, potrebbe adottare un sistema di web apps non troppo dissimili da quelle per iOS, offrendo eventualmente versioni online di iMovie, Garageband e iWork a pagamento, nonché altre apps tipo giochi, tra i quali sarebbe immancabile ovviamente Angry Brids. iCloud potrebbe servire anche per il backup di contenuti e impostazioni, relazionandosi con Time Machine e, in caso di necessità di sicurezza, anche con FileVault. Anche qui, le possibilità non mancano. L’unico limite è l’immaginazione. Di certo, Apple ha bisogno di un servizio online veramente ben fatto e competitivo nei confronti della concorrenza, che spesso vanta soluzioni simili o addirittura migliori a titolo gratuito.

Avrò scritto un mucchio di cretinate? Probabile. Del resto, sono solo frutto della mia immaginazione, il che non è detto possa esserci qualcosa traducibile nella realtà pratica. Fin troppe volte ho fatto previsioni personali per il WWDC 2011 rivelatesi errate. Non credo che stavolta farò eccezione. Tuttavia, qualcosa di vero nelle mie previsioni ci sarà sicuramente: del resto, a sparare nel mucchio, prima o poi ci si azzecca.

giovedì 19 maggio 2011

Chiude Current, brutte ombre sulla libera opinione italiana

Oggi è arrivata la notizia che Current TV Italia, canale di Sky, cesserà entro Luglio le trasmissioni sulla piattaforma satellitare, per volontà della stessa Sky.

Il motivo ufficiale la vede come una questione di costi da parte di Sky, che non reputa adeguata la richiesta della TV di Al Gore per rinnovare il contratto di trasmissione. Potrebbe anche starci, non fosse per il fatto che Current TV è praticamente unica nel suo genere e non fosse per il fatto che Sky paga profumatamente del pattume molto più di quanto dava a Current.

La verità sta altrove:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/05/19/sky-cancella-current-italiaal-gore-in-italia-per-mobilitare-lopinione-pubblica/112323/

Il primo risiede in News Corporation. La decisione è arrivata da lì, infatti. L'assunzione in Current TV USA di un anti-Murdoch dichiarato ha provocato una vera e propria reazione furibonda che si è riversata sulla filiale italiana della TV. Apparentemente viene da chiedersi: cosa c'entra Current TV Italia? C'entra, c'entra: è Al Gore stesso a spiegare. Sky sta cercando uno sbocco sul Digitale Terrestre, anche grazie al famoso "Beauty Contest" in cui verranno messe in palio delle frequenze nazionali. Considerato che finora il governo del Nano le ha sempre messo i bastoni tra le ruote, ecco cone Sky, invece di reagire facendo leva sull'opinione pubblica, decide di mettersi prona davanti a Sua Bassezza. Infatti, Current TV non è ben vista nemmeno negli ambienti pidiellini, viste le sue numerose inchieste sul capo e le vere e proprie sfide come "Raiperunanotte" con Santoro. Trovato un punto di accordo e sommato all'"affronto" di Current nei confronti dello Squalo, ecco che tutto ciò potrebbe risultare una spiegazione ufficiosa.

Insomma, in tutta questa vicenda c'è una brutta ombra, che si getta sulla libertà d'opinione e sulla democrazia. Magari, come si spera in molti, Current rimarrà e le intenzioni di Sky rientreranno, anche eventualmente con una leggera limatina alle richieste da parte di Al Gore. Nel frattempo, però, l'aria si fa pesante e potrebbe essere un tentativo forte di qualcuno di sovvertire il giudizio popolare. Qualcuno ha parlato di Milano e di Pisapia?

Per chi volesse sostenere la battaglia di Current contro la chiusura, ecco il loro sito a riguardo: http://nocensura.current.com/.

martedì 10 maggio 2011

Piccola prosecuzione del post precedente su Microsoft e Skype

Un piccolo follow-up per proporre un possibile scenario di "fusione ottima" tra i due servizi.

Skype, secondo la mia idea, dovrebbe diventare ciò che ora è Windows Live Messenger. Login tramite account Skype, a cui sono stati aggiunti tutti gli account Live tramite fusione e abbandono del protocollo MSNP in favore di quello Skype, collegamento con Yahoo!, Facebook e altri, interfaccia social, giochi, cazzi e mazzi. Il tutto in una interfaccia moderna in stile Metro. Fuori dalla suite Live Essentials e fuori anche dal Google Pack, ovviamente, programma a sé stante. In sostanza, Skype dovrebbe diventare il Zune Software della messaggistica.

Windows Live Messenger diventerebbe invece un client più leggero, ma al tempo stesso potente. In pratica, diventerebbe un client puro, senza legame con un particolare circuito né con velleità da social network. Accesso con account Skype, Facebook, Yahoo! più Jabber, che consente anche l'uso di GTalk senza doversi sporcare con un supporto ufficiale al servizio Google. Via l'interfaccia sociale, via i giochini, via il messaggio personale, via le emoticon esoteriche. Tutto quello andrà su Skype. Via pure le robe tipo il Plus!, il supporto per plug-in ricchi andrà a finire anch'esso in Skype. Interfaccia consistente con Windows. Possibilità di effettuare conversazioni sia testuali che video, ma nessuna funzione di videochiamata diretta né di VoIP in stile Skype. Incluso in Live Essentials, per chi preferisce un client più leggero rispetto a Skype e non ha bisogno del VoIP.

Così la fusione sarebbe ottima e proficua, senza vere e proprie sovrapposizioni. Si riproporrebbe una situazione simile a quella tra Zune e Windows Media Player, ma con migliori connotati, in quanto verrebbero ben distinti i contesti d'uso dei due programmi. Purtroppo, temo che a Microsoft riusciranno ancora a trovare punti di sovrapposizione, rendendo praticamente l'uno alternativa dell'altro invece che complementari.

Qualche considerazione a ruota libera sull'accordo Microsoft-Skype

Pur non avendo più prettamente un taglio tecnologico, questo blog, posso comunque trarre qualche considerazione su quanto è avvenuto oggi, con l'acquisto di Skype da parte di Microsoft per 8,5 miliardi di $.

Trovo sia piuttosto complicata, la situazione. Da un lato c'è guadagno, dall'altro c'è un rischio di perdita. Provo a spiegarmi.

Da una parte Skype andrà a guadagnarci. Avrà finanze solide, ancor più dei tempi di eBay. Un avvenire sicuro, insomma, senza preoccuparsi di doversi auto-sostenere. Dall'altra è Microsoft che ci guadagna, assicurandosi un servizio di successo che potrebbe non solo renderla istantaneamente competitiva con Apple e Google e i rispettivi FaceTime e Talk ma anche superare sicuramente il servizio Apple. Ma non solo: pensiamo alla gamma dispositivi offerta da Microsoft. Xbox, Windows e Windows Phone. Il supporto alla Xbox fa gola, molta gola, perché sarà abbinato a Kinect. Tutto ciò potrebbe portare a gran belle cose.


Visti questi benefici, però, sorgono delle perplessità ulteriori. Il primo è: Skype rimarrà a vita un programma indipendente, pur in una divisione di Microsoft? Le opzioni sono due: Skype fuso in Messenger, con conseguente macello dovuto all'inclusione di 80.000 funzioni in un unico prodotto; Skype che continua ad essere un software indipendente da Messenger, ritrovandoci così con Skype e Messenger similmente alla situazione Zune-Windows Media Player-Windows Media Center-Windows Live Photo Gallery, dove uno va a fare pure il lavoro dell'altro. Questa, attualmente, sembra proprio la soluzione verso cui sta puntando Microsoft. Prepariamoci a un'altra sovrapposizione di funzionalità.

A prescindere poi da come andrà, c'è anche un altro fatto. Skype era apprezzatissimo per la sua natura multipiattaforma, c'è ovunque: Windows, Mac e Linux; iOS, Android e prossimamente Windows Phone. Microsoft ha affermato che il supporto alle piattaforme concorrenti continuerà ad essere garantito. Ma come? In quale modo? Sarà un supporto alla "membro di cane", stile quello di Messenger per Mac, oppure un supporto "esternalizzato", passando a Miyowa, attuale manutentrice della versione per Android di Messenger, il compito di tenere Skype sulle varie piattaforme mobili, oppure ancora decideranno di mantenere un supporto stabile e serio? Solo il tempo darà una risposta.

Infine, la questione economica. Skype è in perdita perenne, praticamente. Microsoft dovrà prendersi una bella gatta da pelare e prepararsi a trimestrali pesanti almeno nel breve-medio termine.

Insomma, conviene davvero questa acquisizione? Secondo me, solo Skype ci guadagnerà, almeno nei primi mesi. La mossa probabilmente più conveniente per Microsoft sarebbe stata una partnership, magari per includere Skype come servizio aggiuntivo in Messenger o per assicurarsi servizi esclusivi, tipo Skype per Kinect, il tutto anche eventualmente con partecipazione azionaria di minoranza. Così avrà più mano libera, controllando e possedendo Skype per intero, ma a caro prezzo. Spero per il pelatone che sappia ciò che fa, perché se sbaglierà anche questa credo proprio che gli azionisti vorranno la sua testa, l'anno prossimo. Per ora, complimenti a Microsoft per il colpo, vedremo nel tempo se le mie considerazioni avranno qualche fondamento o saranno felicemente smentite.

mercoledì 4 maggio 2011

Vittoria

La discussione è stata anche dura, ma ce l'ho fatta.

La tartaruga rimane qui, abbiamo trovato chi se ne prenderà cura durante le ferie.

Non è una vittoria piena, in quanto, nel caso salti l'accordo per le ferie, dovrà di nuovo subentrare quello per la cessione definitiva.

Per ora, comunque, la cessione è congelata, e va bene così.

lunedì 2 maggio 2011

Affetto

E così, ho appreso quasi a sorpresa che è stato concluso l'"affare".

Dopo quasi 5 anni, la mia tartaruga d'acqua dolce cambierà casa e padrone.

L'ho vista crescere dall'Agosto 2006, da quando era un piccolo scricciolo col carapace, ad oggi, che è una bella pagnottona di oltre 12 cm. Il giorno preciso non lo ricordo, ma com'era, me lo ricordo.

Era qui quando mi dovetti riprendere da una bocciatura.

Era qui quando compii 18 anni.

Era qui quando feci la patente, che i miei tanto desideravano ottenessi.

Era qui quando feci la maturità, anche questo un traguardo fortemente voluto.

Era qui quando iniziai l'università.

Era qui quando decisi, un mese fa, di mollarla.

E' stata con me in tre vacanze, l'unica saltata è stata il 2009, ma non l'ha saltata solo lei: tutti qui in casa l'abbiamo dovuta saltare, quell'anno.

Me la ricordo ancora, a zampettare nel giardino della casa-vacanze. Era buffo perché tentava di scappare scavando, e la si riprendeva prima che ci riuscisse davvero. E' il loro istinto, non lo fanno per cattiveria.

Mi faceva piacere vedere la sua tartarughiera, al mattino, andando verso la cucina. Mi piaceva anche darle da mangiare, quei bei pesciolini di fiume che noi umani solitamente grigliamo. Non mi occupavo invece del lavaggio, questo lo devo ammettere.

Venerdì se ne andrà. E' già stato deciso. Non c'è nessuno che può prenderla, in Estate, e quest'anno si va all'estero. La prenderà uno già esperto di tartarughe, casa con giardino. Sicuramente starà bene. Ma svegliarmi senza più vederla mi farà un po' impressione. Anche se è una tartaruga, poco importa: l'affetto per il proprio animale domestico c'è sempre.

Capitalismo "romantico"

Lo so, sembrano un po' in contraddizione, questi due termini. Ma lasciatemi spiegare.

http://www.tomshw.it/cont/news/il-signore-bose-ripaga-il-mit-con-un-pezzo-di-azienda/31133/1.html

Amar Bose, proprietario dell'omonima e famosissima azienda di prodotti audio, la Bose, ha deciso di donare il pacchetto di maggioranza al Massachussets Institute of Technology, l'università in cui è stato prima studente e poi professore, che l'ha cresciuto e a cui è rimasto sempre legato.

Pacchetto di maggioranza. Non hanno diritti di voto, in nessun settore. Sono però valide, utilizzabili per i dividendi di fine anno. Perlopiù è un dono simbolico, affettivo, un segno di profonda stima e gratitudine verso il MIT. Che ora possiede, anche se solo simbolicamente, la Bose. E se alcuni criticano questo gesto, questa cosa, beh, significa che non hanno colto il vero valore del dono di Bose.

E dire che non eravamo più abituati a gesti del genere. Il "capitalismo romantico" sembrava essere praticamente scomparso, soffocato da un mondo frenetico e affamato di soldi e potere. Lungi da me voler fare il socialista, essendo i miei principi diametralmente opposti, ma il capitalismo ha certamente i suoi difetti. Tuttavia, qualcuno veramente buono sembra essere rimasto. La vicenda mi ha molto colpito, positivamente, e mi piacerebbe che in futuro se ne vedessero di simili.

Può avere il capitalismo una parte "romantica", di affetto, di gratitudine? Sì, e questa storia lo dimostra. Grande Bose, e grande anche il MIT.

venerdì 29 aprile 2011

Qualcosa che sta ritornando?

Stavolta parlo di musica.

Pur seguendo un po' tutti i generi, anche a seconda della giornata (possono esserci volte in cui mi vorrei sfondare di metal, altre in cui mi vorrei sfondare di trance), sono sempre stato legato alla dance. No, non sono un discotecaro, curiosamente quell'ambiente non mi piace granché. Ma la musica ad esso legata sì. Ho vissuto per quanto ho potuto, a cavallo tra l'infanzia e l'adolescenza, il periodo d'oro di fine anni '90, con Gigi D'Agostino, gli Eiffel 65, Prezioso, Molella e tanti altri che sfornavano canzoni che "pestavano duro" sui bassi degli Hi-Fi, e che lo facevano non con ripetitività, ma anche con una certa dose di artisticità. Alcune canzoni non sfigurerebbero nemmeno oggi.

Poi, tutto si è perso. Ha cominciato a scemare, finché lentamente, a cavallo tra il 2005 e il 2006, almeno per quanto riguarda la mia memoria uditiva, la house non ha preso il sopravvento. Da lì avevo capito che era finita un'era, quella dei grandi pezzi dance, sia commerciale che alternative, della Deejay Parade, di Discoradio e del D.D.D. di Marco Ravelli (passato a Studio+, si occupa ancora di dance). La house era diventata preponderante e, sarò sincero, non mi piaceva. Ripetitiva e lenta, rispetto alle sonorità a cui ero abituato (lo concedo: anche quelle a volte erano ripetitive). Mi concentro su altri settori.

Dopo qualche tempo, iniziano a inserirsi più prepotentemente DJ come David Guetta e Bob Sinclar, portando secondo me una nuova vena artistica nella house, e anche maggiore ritmo. Si arriva al 2010, quando inizia una vera e propria invasione di sonorità dance, Black Eyed Peas in testa. Il tutto grazie alla massiccia presenza dei primi due che ho detto, ma anche di Pitbull e della Swedish House Mafia. Di fatto, siamo arrivati ad oggi che Enrique Iglesias, Britney Spears, Jennifer Lopez, Usher e altri ancora, perfino Snoop Dogg, fanno tutti canzoni dance. Perché è di quello, che si tratta. Dance. Anche se mischiata con un pochino di hip-hop, a volte.

Insomma, che certe belle sonorità stiano riprendendo piede? In fondo, la storia si ripete. E stavolta, sembra molto più commerciale di prima.

Just my 2 cents.

lunedì 25 aprile 2011

Quando la passione inizia a calare

No, non parlo della passione in quei termini. Parlo di passione come voglia di fare qualcosa, e dedizione nel farla. Mi ero ripromesso di non tornare troppo sull'argomento tecnologico, ma purtroppo devo.

Da blogger di WinBeta.it sto vedendo il peggio della blogosfera italiana. Gente che, manco fossimo in Africa a contenderci dei pezzi di pane, chiede, quasi in ginocchio, di avere una fottuta build di Windows 8, manco questo costituisse la differenza tra la vita e la morte. Gente che se non dai ciò che pretendono, no, il loro non è chiedere, è pretendere, ti prendono a insulti, ti offendono, ti fanno sentire una merda. E tutto questo per una build di Windows 8?

A me piace il mondo del Beta Testing. A me piace anche il blogging. Non mi piace invece l'accanimento che si deve subire solo perché non si può effettuare un leak, anche nonostante si diano le spiegazioni decine di volte. E questo mi sconforta, mi demoralizza. Ma soprattutto, mi fa pensare: ne vale la pena? Vale la pena cercare di provare rare versioni di futuri sistemi operativi? Vale la pena di fare blogging sull'argomento?

Quello che molti non capiscono è che dietro alle Beta c'è una passione nel collezionarle e nell'usarle. E' come chi colleziona francobolli, o monete. Se aveste un Gronchi Rosa lo dareste gratis a tutti? Non credo. Ma soprattutto, noto che in gran parte di coloro che pretendono i leak non c'è passione nell'usarle, c'è solo la voglia di sentirsi fighi per qualche ora e dire "Wow, io ho 8, sono meglio di voi!". Non ragiono così. Non mi sento meglio di altri solo per una cosa del genere. Ma poi, c'è un dettaglio. Credetemi, se potessi, in fondo a questo post metterei il link per farvela scaricare, non sarebbe un problema. Ma non posso. Ci sono questioni di fiducia, dietro, che non possono essere prevalse da un senso di generosità. E chi non capisce ciò e insulta, beh, mi spiace, ma non merita considerazione.

domenica 24 aprile 2011

Buona Pasqua


Un classico, ormai, ma sempre bella.

Buona Pasqua a tutti.

sabato 16 aprile 2011

E facciamolo ripartire…

Cosa è successo? In un mese mi sono ritrovato a fondere il mio blog principale con un altro, a mantenere in vita e poi uccidere l’altro blog che avevo, a dissociarmi dal sito post-fusione, ad aggregarmi al nuovo WinBeta.it e alla fine ad aggregarmi anche a SaggiaMente.

Un bel mese movimentato, vero? Beh, avevo comunque promesso che Briciole Digitali in qualche modo ripartiva. E così è. Certo, non sarà il blog di prima, con news tecnologiche. Non avrebbe nemmeno senso: scrivo su WinBeta.it, scrivo su SaggiaMente, vado a riportare pure qui? E poi, dopo averlo mandato all’aria con una fusione che col senno di poi non so se avrei fatto, mica avrei potuto riprenderlo nella sua vecchia forma. Così, ne ha una nuova. Un blog più personale, più cazzaro e meno tecnologico, anche se probabilmente riprenderà qualche caratteristica di Visioni Disincantate.

Non garantisco l’aggiornamento quotidiano, in fondo, un blog personale lo si può aggiornare quando e come si vuole. Non lo prescrive il dottore, di mettere post ogni giorno. Quando potrò e vorrò, scriverò qualcosa.

E’ giusto comunque presentarmi. Ho 21 anni, vivo in Lombardia e, al momento, faccio solo il blogger. Non è di certo quello che vorrei fosse il mio lavoro primario, ma essendo al momento un ex-universitario disoccupato, continuo a impegnarmi sul piacere in attesa che possa impegnarmi anche sul dovere. Faccio anche il moderatore nelle sezioni Windows e Apple del forum di Tom’s Hardware Italia.

Il mio nickname, “razziatore”, è un omaggio a un personaggio di un fumetto ormai chiuso, PK. Se non altro, mi piaceva come nickname ed era meno insulso del precedente. Lo so, sarà iper-inflazionato, ma chissenefrega. Ogni “razziatore” è diverso dall’altro, no?

Direi che per ora basta, non voglio essere troppo prolisso, non ce n’è bisogno. A risentirci, dunque.

PS: chiedo per favore: niente domande sulla questione TecnoBriciole. Mi sono tolto per mia scelta precisa.