martedì 29 novembre 2011

Scusate lo sfogo...

...e scusate se non ho più tenuto aggiornato il Diario dello switcher, ho avuto un po' da fare online e offline. Ma darò aggiornamenti, promesso, non domani ma probabilmente entro la settimana.

Stasera, dopo l'articolo serale fatto su SaggiaMente, relativo a un plausibile rumor su Office per iPad (e posso garantirvi che se non ha uno straccio di plausibilità un rumor non lo cago neanche di striscio perché io articoli sull'aria fritta non intendo andarli a fare), come primo commento non leggo un inizio di discussione, una richiesta di chiarimenti o anche una critica su parti non corrette, ma questo:

Quando ricominciano gli articoli succosi di Maurizio? 
Razziatore, mi dispiace ma il 70% dei tuoi articoli sono chiacchiere, le stesse chiacchiere la cui assenza mi aveva fatto preferire il Saggiamente degli esordi a molti altri blog. 
saluti
Avrei avuto due scelte per rispondere: o mandarlo a fare in culo, dandogliela però vinta, o mostrare senza insulti né arrabbiature che la sua affermazione è errata e invitarlo se sa fare di meglio a presentare un suo articolo a Maurizio. Ho scelto la seconda.

Prima cosa: articoli succosi Maurizio ne fa sempre, com'è possibile vedere ogni santo giorno. Dunque chiedere "quando ricominciano gli articoli succosi di Maurizio" vuol dire o non entrare nel blog da mesi o essere in malafede.

Seconda cosa: il 70% dei miei articoli sono chiacchere. Non direi: ho sempre cercato di non scrivere solo tanto per far numero. Scrivo notizie, analisi e ultimamente anche tips per OS X. Ci sono stati anche gli "articoli di chiacchere" ma ho sempre cercato di renderli interessanti, di non fare il compitino come altri che magari riportano il rumor con una traduzione, una frase di commiato tanto per incoraggiare i commenti e via, pubblicato. Mi addentro nell'indiscrezione, cerco di vederne l'autenticità o quantomeno la plausibilità, e se vedo che è un mucchio di cagate lo dico chiaramente provando anche a spiegare il perché. È anche per questo che il numero di rumor è davvero basso su SaggiaMente: provate a confrontare il numero di rumor riportati da noi in un mese con un qualsiasi altro sito, nazionale o internazionale. Non riportiamo le indiscrezioni su quanti peli del culo possa avere Cook, riportiamo cose che meritano di essere approfondite e analizzate.

Terza cosa: SaggiaMente non è mai cambiato, anzi è cresciuto. Può essere che in qualche caso ci siano stati dei peggioramenti, ma ce li hanno sempre fatti notare in modo onesto e franco, non per abbatterci bensì per farli correggere. E lo facciamo il più possibile. Ogni giorno. Oggi un lettore mi ha fatto notare una palese inesattezza in un mio articolo. Cosa ho fatto? Testa bassa, ammesso l'errore e corretto. Se questo è essere poco professionali come appaio da quel commento, beh, a trovarne di così "poco professionali" tra i blogger amatoriali e persino tra gli editorialisti pagati delle maggiori testate.

Quando ho letto quel commento ho provato un misto di rabbia e tristezza. Rabbia e tristezza perché è stato giudicato il mio intero operato sulla base di un articolo di rumor, peraltro riportato per i motivi di plausibilità già detti. Mi sono sentito dare del killer del sito e della sua filosofia iniziale. Eppure sono venuto su SaggiaMente con l'idea di migliorarlo, non di distruggerlo. Se stessi facendo la seconda, vi pare che Maurizio non mi avrebbe già detto "grazie, non scrivere più"? Quegli € ad articolo che prendo (spiacente, non rivelo la cifra esatta) personalmente sento di guadagnarmeli quasi sempre. So quando a volte non rendo al meglio e lo dico a Maurizio stesso. Talvolta in caso di errori gravi ho anche preferito rinunciare alla paga. È successo, ad esempio, tempo fa parlando di alcuni corsi di programmazione per iOS, quando mi fu chiesto da Maurizio di sostituirlo nella pubblicazione perché doveva fare l'articolo in tempo breve e in quel momento non poteva: feci un casino, mi scusai e l'articolo non fu contato nel totale mensile.

Se questo è essere un cattivo blogger, beh, me ne assumo le responsabilità. Vuol dire che evidentemente avevo una definizione diversa di "cattivo operato". La correggerò.

lunedì 14 novembre 2011

Diario di uno switcher - Giorni dal 4 al 6: Pages e TextEdit

Una settimana di Mac. E con la voglia di proseguire. Ma prima di analizzare la prima settimana d'uso, oggi recupero i giorni passati guardando a delle specifiche applicazioni.

In questi giorni mi sono concentrato sul capire meglio il funzionamento dei due word processor di Apple: Pages, quello a pagamento della suite iWork, e TextEdit, quello incluso in OS X. Iniziamo dal primo.


domenica 13 novembre 2011

0 d.S.

13 novembre 2011 d.C., dopo Cristo. Ma lo si potrebbe anche definire il 1° gennaio dell'anno 0 d.S., dopo Silvio.

Sappiamo tutti cosa è successo. Chi mi segue su Twitter, poi, saprà che non ne sono rimasto dispiaciuto, del fatto. Pur non essendo per nulla ideologicamente affiliato a sinistra, non l'ho mai votato, pensando anzi che avrebbe solo portato gravi problemi all'Italia e anche alla destra inteso in generale come movimento. E infatti è successo.

Questo è l'inizio dell'anno 0 d.S. perché ci sarà tanto da fare, sia dai tecnici del governo Monti, sia dai politici, sia dai cittadini. Soprattutto da questi ultimi, dato che rimarranno sempre e comunque i veri arbitri del destino del Paese. Inizio così questo post, che vuole semplicemente essere una analisi tutta personale sulla situazione venutasi a creare.

Game over, insert coin


È stato inevitabile ieri provare un senso di gioia e liberazione collettiva. 17 anni di dominio, sia diretto che indiretto, sulla scena politica, per finire nel baratro senza concludere nulla. Non si può dire che non se la sia cercata.

Da oggi, si riparte. Monti riceverà l'incarico, è questione di ore. Un governo perlopiù tecnico, alcune facce molto universitarie: tra i vari, si parla del rettore della Bocconi, Tabellini, all'economia e si parla di quello della Cattolica, Ornaghi, all'istruzione. Altre facce, invece, si sono già viste in passato, come Amato, purtroppo tristemente specialista nel buttarsi a capofitto in governi "lacrime e sangue". Si parla di qualche inserimento politico, ma difficilmente accadrà. Gianni Letta, per non esacerbare ulteriormente gli animi, contro le indicazioni dello stesso Berlusconi che lo chiedeva come condizione per l'appoggio al nuovo esecutivo, si è volontariamente fatto da parte. Anche il PD probabilmente vorrà evitare di dare impronte di partito a un governo che deve essere fondamentalmente transitorio e ricostituente.

Transitorio perché comunque non dovrà essere di lunga durata: dal mio punto di vista di cittadino, auspico che entro la fine del 2012 si torni alle urne. L'importante, però, è dare i mesi sufficienti per lavorare. E qui entra in gioco la parte ricostituente. Abbiamo precisi obblighi nei confronti dell'Unione Europea. Dobbiamo rispettarli, pena importanti conseguenze dal punto di vista economico e una fortissima riduzione del nostro peso sulla scena internazionale. Senza il muro contro muro come vorrebbero certi partiti secessionisti e senza una scadenza troppo stretta, ci sono i presupposti per far bene.

Rischiamo di dover dare tanto a banchieri e Stati esteri? Ormai non possiamo più permetterci di fare gli schizzinosi. Anche le elezioni immediate che molti proponevano sarebbero state un gravissimo rischio. Sono d'accordo con un giornalista economico che ieri sera è stato intervistato da Sky TG 24: un conto è se ad agosto, quando ancora l'emergenza era perfettamente gestibile, si annunciavano le elezioni. Il mese prima, la Spagna ha preso quella decisione e i mercati l'hanno premiata, in quanto è apparso un segnale forte, di vero cambiamento. E così domenica prossima gli spagnoli saranno chiamati alle urne. Prendere noi una decisione del genere a metà novembre, con quel maledetto spread che incalza e l'Unione Europea che preme per le riforme, sarebbe stato solo mostrare al mercato che non sappiamo che pesci prendere. Oltre al fatto che le elezioni governative in momenti di seria crisi costano soldi, e tanti pure, i tempi tecnici sarebbero stati necessariamente lunghi, con una fase di stallo dovuta all'assenza di un governo in carica.

Avremmo potuto fare davvero come la Grecia? Beh, con tutto il rispetto, lo Stato ellenico ha dati demografici, geografici ed economici ben diversi dai nostri. Inoltre lì non c'è un fallimento conclamato della politica come qui da noi. Tanto è vero che quello greco non è un governo tecnico, ma di larghe intese, ossia riguardante forze politiche di diversa natura. Lì il problema di fatto era Papandreou, qui tolto Berlusconi mica abbiamo finito. Per questo servirà tempo per ricucire la ferita. E non possiamo pretendere che Monti in 2-3 mesi con la bacchetta magica risolva. Pazientiamo e lavoriamo.

sabato 12 novembre 2011

Diario di uno switcher - Comunicazione breve

Causa indisposizione preferisco rimandare il Diario a lunedì, approfittando così per fare un bilancio della prima settimana di Mac.

Ho fatto poco fa un articolo per SaggiaMente, previsto in uscita per le 11.30, in mezzo ad attacchi di nausea. Ora sto leggermente meglio, ma il malessere non è del tutto passato. L'influenza è in corso ormai da due giorni.

Potrei anche star meglio già stasera, ma preferisco almeno gli impegni meno urgenti rimandarli a quando sarò più in forma. Mi scuso con i lettori.

giovedì 10 novembre 2011

Diario di uno switcher - Giorno 3: semafori

Sarò sincero, oggi avrei voluto fare un focus su Pages, che sto iniziando a utilizzare per documenti personali. Non avendolo provato ancora più a fondo, però, ho deciso di rinviare di un giorno. Oggi, causa anche un non proprio ottimo stato fisico, mi concentro sui tre pulsanti "semaforici" caratteristici delle finestre di OS X.


Il funzionamento di due dei tre pulsanti non è del tutto uguale a quello dei corrispondenti di Windows. L'unico che ha corrispondenze è il giallo: minimizza la finestra. Il pulsante rosso, che si prefigura di chiusura, in realtà se si conosce un po' OS X sa che non chiude per davvero tutto: solo la finestra, il processo relativo all'applicazione rimane attivo. Ciò viene indicato subito anche dalla Dock, che mostra un faretto sotto l'icona dell'applicazione. Cliccandoci sopra, infatti, la ripartenza è molto veloce. A questo punto, però, viene da chiedersi se abbia davvero utilità tenere pure un tasto di minimizzazione della finestra. La risposta è: a seconda di ciò che stiamo facendo. Se minimizziamo, ad esempio, Safari per poterci concentrare solo sulla finestra di Pages per qualche minuto, premiamo il pulsante giallo e la finestra corrispondente finirà nella parte destra della Dock. Tra le impostazioni della Dock è possibile anche selezionare la possibilità di far finire le finestre minimizzate nell'icona dell'applicazione: questo caso è utile per chi fa molto affidamento su Mission Control per passare da una applicazione all'altra. Il tasto giallo, dunque, è più una soluzione temporanea se quell'applicazione non pensiamo di usarla per un breve periodo. In altri casi, meglio affidarsi al pulsante rosso e richiamare l'applicazione solo quando servirà nuovamente.

mercoledì 9 novembre 2011

Diario di uno switcher - Giorno 2: Anteprima e Mail

Il secondo giorno d'uso del Mac è filato abbastanza liscio, a dire il vero è stato ancora d'assestamento dunque le mie prove sono state un po' limitate. Ho giocherellato un po' con la modalità full screen: per come la vedo io, è un bell'effetto coreografico, per come la intende Apple, ma nulla di più. I programmi per OS X hanno bisogno dei menu, non siamo su iOS dove tutto è concentrato in pochi pulsanti. Può andar bene per un po' di navigazione con Safari, qualche mail, ma dopo è preferibile trovare altre soluzioni. Nel mio caso, RightZoom, che dà al pulsante verde il comportamento tipico del Massimizza di Windows. Non ho voluto comunque modificare in modo troppo radicale il funzionamento del verde, il massimizza lo uso solo per determinati casi, usando Alt+Click.

Riguardo ai programmi, come ho detto è stato ancora molto assestamento, dunque non ho provato per bene tutto. Con due applicazioni, però, ho già preso confidenza: Anteprima e Mail.


lunedì 7 novembre 2011

Diario di uno switcher - Giorno 1: primi passi

Ore 12.41. Finalmente il corriere suona alla porta. Il MacBook è qui, è arrivato. Non nascondo che ero un po' teso, come un bambino che non vede l'ora di provare il suo nuovo giocattolo. Eccolo qui, in foto. Purtroppo le mie capacità fotografiche sono pessime, ma a metterci del loro sono le mie mani molto tremolanti. Mi preme, prima di procedere, ringraziare Mirko di Bologna, il venditore del MacBook: il computer è arrivato in condizioni ottime, con imballo originale. Inoltre è stato molto disponibile alle mie domande sul Mac e sulla spedizione, ad esempio la possibilità di effettuare la spedizione con tracciamento, cosa che ha fatto. Si è dimostrato assolutamente trasparente nella situazione, fornendo anche il numero seriale del prodotto. Persona gentilissima e molto seria, sicuramente consigliato qualora in futuro foste interessati a un suo oggetto in vendita.


sabato 5 novembre 2011

Diario di uno switcher – Preludio

Alea iacta est. Il dado è tratto. Doveva accadere, prima o poi. Il passaggio a Mac. La cosa era nell’aria da anni. Ho colto una improvvisa opportunità e, anche se entro con un Mac usato e non nuovo, ora ci sono. Mancano 2 giorni e poi sarò in possesso di un MacBook White, di quelli fatti nel tardo 2009: Core 2 Duo da 2,2 GHz, 2 GB di RAM, hard disk da 250 GB, unibody in policarbonato. Totale: 550 € più 30 per 4 GB di RAM che sto prendendo altrove. Prevedo anche l’inserimento di un SSD verso dicembre, sono indeciso se riutilizzare il Vertex 2 che attualmente ho nel Sony Vaio in uso oppure prendergliene uno dedicato.

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Voglio chiarire, per iniziare questo diario, alcune cose. Molti passano al Mac perché stufi di Windows. Non è il mio caso: con 7 mi trovo bene, non mi ha mai dato alcun problema a parte qualche schermata blu dovuta a driver fatti con i piedi, nel mio caso specifico quelli del Wi-Fi di Intel. Il mio caso è principalmente la curiosità. Ho provato Windows, ho provato Linux, è ora di cambiare un po’ aria e vedere come il Mac se la cava. Per tanto tempo ho sentito sia gente che ne è entusiasta sia gente che non si è trovata bene. Il mio pensiero è che la verità sta nel mezzo: come tutte le cose, il Mac ha i suoi pregi e i suoi difetti, e voglio prenderlo proprio per scoprire entrambi gli aspetti “fisicamente”. Non sono un invasato di roba Apple, non mi interessa esserlo, sono agnostico, non ho culto nella religione figuriamoci nell’informatica. Il rapporto di computer in casa, anche con l’arrivo del MacBook, sarà di 2 a 1 per i PC, peraltro, a giudicare come non sia un passaggio integrale. Altro piccolo chiarimento: per me il Mac, dotato di processori Intel, è un PC come gli altri. Se lo chiamo Mac, è per forza di abitudine e del marchio, non certo per l’hardware interno. So che questa cosa farà rabbrividire i più affezionati, ma come ho già fatto capire non mi interessa essere invasato di Apple, conta ciò che saprà offrirmi.