giovedì 9 giugno 2011

La considerazione dell’Italia sui giovani

Se il titolo fosse una domanda, direi che la risposta sarebbe zero.

Sono alla ricerca di lavoro. Unico piccolo vantaggio: iscritto alle categorie protette in quanto invalido civile. Al momento ho in cascina un colloquio, esito non positivo. Ma vabbè, al primo colloquio della mia vita sperare in un successo è troppo, bisogna anche imparare a sapersi vendere bene e per farlo ci vorranno un po’ di colloqui, altro che uno solo. Almeno però questa grossa banca italiana ha mostrato un interesse iniziale. Guardando altrove, si vedono solo ostacoli.

Il primo è che quando mandi curriculum poi il 99% delle volte non ti degnano nemmeno di una risposta. Almeno loro hanno avuto la buona usanza di dirmi “no, non ti riteniamo ciò che cercavamo”. Altre aziende cosa fanno? Nulla. Mandi il curriculum, ti esce il messaggio automatico “Grazie della sua candidatura” e poi non sai più nulla. Rimani in un limbo assoluto, che alla fin fine si risolve con un nulla di fatto automatico. Del resto, se dopo un mese o due non rispondono, vuol dire che non c’è interesse. Ma appunto, dimmelo invece di tenermi sul trespolo vita natural durante!

Il secondo ostacolo è però il peggiore. Passi che il mio diploma di liceo non è invitante, purtroppo così com’è fatto è un ripiego per concludere in maniera almeno onorevole le superiori. Non passi però che su 10 offerte di lavoro, mediamente 9 richiedano esperienza. Nulla in contrario sul fatto che molte offerte richiedano esperienza, alcuni incarichi sono piuttosto ricchi di responsabilità e lasciarli a completi pivellini non è fattibile. Ma molti altri sono lavori da novizi, in cui chiedono esperienza anche di 2-3 anni. Se io mi sono appena affacciato nel mondo del lavoro, peraltro in un mercato del lavoro stantio come quello italiano, mi dici come faccio a offrirti esperienza?! E’ chiaro che sono come un hard disk vuoto, in quel settore. Tu mi metti il programma, ossia mi istruisci sulle mansioni, e io lo eseguo. Ma non puoi aspettarti che io il programma lo abbia preinstallato! E non ci si illuda quando scrivono “gradita”, credendo che comunque guardino anche se non si ha esperienza: è un modo cordiale per dire “necessaria”.

Poi, vabbè, si può continuare con le raccomandazioni al capo o al politico di turno, le offerte che sembrano essere fatte per scoraggiare la maggior parte dei possibili candidati, l’assenza di uno Stato responsabile e incentivante. Questo paese non crede ai giovani. Puoi avere un diploma, puoi avere doppia laurea+master, ma l’esito è sempre quello: non c’è un atteggiamento predisposto al ricambio generazionale. Certo, è chiaro che molti della nuova generazione non si sono presentati proprio al meglio, ma è fastidioso vedere come si faccia di tutta l’erba un fascio. Poi però si lamentano che i manager brillanti, i medici migliori, i ricercatori meritevoli vanno all’Estero. C’è sempre voglia della botte piena e della moglie ubriaca, peccato che qui la botte è tristemente vuota. Questa è l’Italia.

Se può consolare, comunque, da ciò che ho visto nella Svizzera Italiana non è che va tanto meglio. A parte il fatto che le offerte di lavoro lì non sembrano abbondare, in questo periodo, il copione è pressoché identico a quello italiano. Tanto per dimostrare che comunque loro non sono per forza meglio di noi, da questo punto di vista.

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