domenica 7 agosto 2011

Il mistero degli orologi “morti”

Al ritorno dalle vacanze (post che mi riservo per domani o martedì al massimo) abbiamo trovato tutto tranquillo, nessun problema. Anzi, anche meglio di prima, per certi versi: la tartaruga è cresciuta ancora, il che significa che urge una nuova tartarughiera in quanto quella in uso ora potrebbe scavalcarla (e poiché è su un ripiano equivale al suicidio).

Ma c’è qualcosa che è inspiegabilmente accaduto in nostra assenza. Un po’ come succede improvvisamente nei laghi e nei fiumi con morie inspiegabili di pesci (peraltro è successo anche a Maiorca, nel fiume non molto distante dall’albergo in cui alloggiavo), buona parte degli orologi da polso presenti in casa sono “morti”. Non danno alcun segno di vita. Finché era uno, ci può stare, evidentemente bisogna cambiare la batteria. Ma sono tre e il più “giovane” ha meno di un anno dall’acquisto.

Dunque cosa può essere successo a tal punto da mandare kaputt tre orologi nello stesso periodo? So che ci sono stati dei forti temporali a Milano, infatti a casa di mia zia si è dovuto sostituire un decoder DTT perché fulminato. Ma gli orologi? Non sono collegati alla rete elettrica. Non sono collegati ad antenne. Nessuno di quelli che abbiamo è radiocontrollato. Una cosa che, sinceramente, non riesco a spiegarmi. Se qualcuno ha una spiegazione scientificamente plausibile me la riporti pure qui. Più che altro, per curiosità.

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