giovedì 10 novembre 2011

Diario di uno switcher - Giorno 3: semafori

Sarò sincero, oggi avrei voluto fare un focus su Pages, che sto iniziando a utilizzare per documenti personali. Non avendolo provato ancora più a fondo, però, ho deciso di rinviare di un giorno. Oggi, causa anche un non proprio ottimo stato fisico, mi concentro sui tre pulsanti "semaforici" caratteristici delle finestre di OS X.


Il funzionamento di due dei tre pulsanti non è del tutto uguale a quello dei corrispondenti di Windows. L'unico che ha corrispondenze è il giallo: minimizza la finestra. Il pulsante rosso, che si prefigura di chiusura, in realtà se si conosce un po' OS X sa che non chiude per davvero tutto: solo la finestra, il processo relativo all'applicazione rimane attivo. Ciò viene indicato subito anche dalla Dock, che mostra un faretto sotto l'icona dell'applicazione. Cliccandoci sopra, infatti, la ripartenza è molto veloce. A questo punto, però, viene da chiedersi se abbia davvero utilità tenere pure un tasto di minimizzazione della finestra. La risposta è: a seconda di ciò che stiamo facendo. Se minimizziamo, ad esempio, Safari per poterci concentrare solo sulla finestra di Pages per qualche minuto, premiamo il pulsante giallo e la finestra corrispondente finirà nella parte destra della Dock. Tra le impostazioni della Dock è possibile anche selezionare la possibilità di far finire le finestre minimizzate nell'icona dell'applicazione: questo caso è utile per chi fa molto affidamento su Mission Control per passare da una applicazione all'altra. Il tasto giallo, dunque, è più una soluzione temporanea se quell'applicazione non pensiamo di usarla per un breve periodo. In altri casi, meglio affidarsi al pulsante rosso e richiamare l'applicazione solo quando servirà nuovamente.



Il pulsante verde, invece, non è un Massimizza: il suo scopo è portare l'applicazione fino alla dimensione pensata dallo sviluppatore per poter godere appieno delle sue funzionalità. All'inizio spiazza, ma poi ci si abitua: effettivamente non sempre è necessario massimizzare la finestra per usufruire al meglio dell'applicazione. Un esempio è proprio Pages: la finestra è strutturata in modo da coprire le misure, in scala, del foglio di carta, adattandosi così al layout. Andare oltre non è necessario. Non con tutte le applicazioni, però, questo discorso si adatta al meglio. Un esempio è Safari: la dimensione massima che Apple reputa corretta, per me, in tutta franchezza, non lo è. È più piccola del dovuto e può anche dare qualche sporadico problema di layout: provate a scrivere un articolo col front-end di WordPress a Safari a misura normale, poi ditemi com'è bella la barra degli strumenti spezzettata... In questi casi, meglio avere uno strumento come RightZoom a portata di mano: lo si imposta per Alt+Click e si ha una massimizzazione nei casi in cui serve. Una possibile obiezione riguarda l'uso della modalità a tutto schermo: perché non la usi, in questi casi? La modalità full screen è comoda se non serve richiamare il Finder e si lavora con poche applicazioni aperte. Nel mio caso, col Finder ho a che farci spesso e stare ad attaccare-staccare il full screen è solo una seccatura, sinceramente. Inoltre, molte opzioni rimangono nei menu: non è come su iOS che tutto è concentrato in pochi pulsanti. A mio parere sarebbe stato utile avessero mantenuto la barra dei menu fissa anche nella modalità a tutto schermo.

Per concludere, una nota riguardo a questi giorni: in molti mi hanno consigliato di non toccare Windows in questi giorni, per abituarmi meglio a OS X e al suo modus operandi. Diciamo che sta avvenendo un po' una cosa curiosa: io mi sto abituando al sistema, il sistema si sta abituando a me. Dove mi trovo bene con la sua impostazione, lascio e mi adeguo. Dove invece preferisco alla mia maniera, ad adeguarsi è OS X. Il risultato è che Windows l'avrò toccato in questi giorni sì e no 5 minuti per qualche operazione da fare per i miei genitori. Entro fine settimana dovrò dedicarci un po' più di 5 minuti, per preparare il "vecchio" Vaio al passaggio ai nuovi proprietari, sempre i miei. Ma se la domanda è: senti la mancanza di Windows? In questo momento la mia risposta è: molto meno di quanto avrei pensato nei primi giorni. Ricordo che la "separazione" è avvenuta in buoni rapporti, dunque l'assenza di rimorsi e mancanze non è dovuta al fatto di essermi trovato male con Windows, non è questo. Semplicemente, sto adattando OS X alle mie esigenze e mi sto trovando bene. Tuttavia, Virtualbox nei prossimi giorni lo metto, ogni tanto scorrazzare nel sistema Microsoft mi piacerà sempre farlo.

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